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Dall’altra parte

18 ANNI DALLA CADUTA DEL MURO DI BERLINO
presenta la mostra Fausto Colombo del comitato scientifico della Triennale di Milano

Multiplex Arcadia – Melzo (Milano) – Dal 10 novembre al 10 dicembre 2007

Questa mostra è dedicata a una maggiore età senza muri… Auguri a tutti i giovani berlinesi nati il 10 novembre del 1989

GUIDA ALLA MOSTRA di Fabio Amodeo

La notte tra il 9 e il 10 novembre di 18 anni fa cadeva il Muro di Berlino. Anna La Stella, che da anni usa la forza simbolica dei muri per raccontare sogni e sentimenti, lo ricorda con una mostra, aperta dal 10 novembre al 10 dicembre, al multiplex Arcadia di Melzo, Milano (tel. 02-95416472). Presenta Fausto Colombo, docente universitario di teoria e tecnica della comunicazione e membro del comitato scientifico della Triennale di Milano.
Anna La Stella rincorre scritte, graffiti, macchie. Punta il suo obiettivo su paesaggi duri. Come su una tela di crepe, incide pennellate virtuali di parole, ricordi, immagini sovrapposte. Mescolare i messaggi. Sovrapporre immagini manuali, meccaniche, parole, paesaggi. Il tutto su una tela insolita, i muri. Muri delle periferie, trascurati, sbrecciati, oppure graffitati da mani ignote. È questo il processo creativo degli scatti di Anna La Stella (Milano, 1955) in linea con le sue inclinazioni, che sono quelle di fotografa, ma anche di giornalista e poetessa. Le immagini dei muri fanno parte di un processo di ricerca personale, e nascono dall’osservazione del supporto, i muri, appunto. Su di essi, con la tecnica della sovrapposizione, vengono posati i soggetti: paesaggi, testi fotografati, graffiti. Quella che ne risulta è una somma di emozioni, alle quali si aggiunge un effetto onirico, ciascuna delle componenti dell’immagine perde materialità, s’indebolisce, e nello stesso tempo si arricchisce nel contatto con l’altro elemento.
I titoli delle fotografie di Anna La Stella registrano questo processo con scrupolosa precisione. Per ciascuno degli elementi viene indicato il soggetto e il luogo. I muri, i manifesti appiccicati, l’osservazione della comunicazione pubblica fanno parte del nostro patrimonio visivo fin dai tempi della pop, ma sovrapporre a questo messaggio elementi della vita quotidiana, paesaggi o esempi di streetphotography costringe a ritarare la nostra percezione, a riflettere su elementi che di solito scartiamo come rumore visivo. (dall’articolo apparso su Arte, novembre 2007).

“Arte” 2007, novembre_scarica l’articolo